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lunedì 6 aprile 2009

Pubblico impiegno. Riassegnazione dell'incarico in caso di nuova pianta organica illecita

Massima

Le controversie sorte tra dipendente e la pubblica amministrazione cui egli appartiene, anche se vi siano atti amministrativi di macrorganizzazione illegittimamente emanati dalla stessa amministrazione, rientrano nella giurisdizione del giudice ordinario. Infatti, tali atti sono passibili di disapplicazione in tutti i casi in cui essi costituiscano provvedimenti presupposti di atti di gestione negoziale del rapporto di lavoro del pubblico dipendente. Pertanto, in caso di illegittimà, per contrarietà alla legge, del provvedimento di riforma della pianta organica di una comune, con soppressione delle posizioni dirigenziali, questo deve essere disapplicato dal giudice ordinario. Conseguentemente, perdono effetto i successivi atti di gestione del rapporto, costituiti dalla revoca dell'incarico dirigenziale, non sussistendo la giusta causa per il recesso ante tempus dal contratto di lavoro a tempo determinato che sorge a seguito del relativo conferimento, con diritto del dirigente alla riassegnazione di tale incarico precedentemente revocato. Resta fermo che la pronucia di ripristino è però limitata alla durata residua, producendo essa effetti circoscritti alla scadenza dell'incarico prefissata all'atto del suo conferimento, detratto il periodo di illegittima revoca.

( Corte di cassazione - Sezioni Unite civili - sentenza 4 novembre 2008 - 16 febbraio 2009 n. 3677)

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